We’ve updated our Terms of Use to reflect our new entity name and address. You can review the changes here.
We’ve updated our Terms of Use. You can review the changes here.

Stupor Mundi Vol. 1

by PROMETHEO

supported by
Mills
Mills thumbnail
Mills Delve into the fascinating story of King Frederick II’s reign as portrayed by Rock Progressivo Italiano band Prometheo in their latest release “Stupor Mundi Vol. 1”. The album (the inaugural volume of a planned two-part series) weaves a vibrant tapestry of history, storytelling, and diverse musical expression, its palpable progressive essence drawing listeners in to a compelling historical saga.

Full review: millstreampark.com/prometheo-stupor-mundi-vol-1-2023-album-review/ Favorite track: Lujarà.
/
  • Streaming + Download

    Includes unlimited streaming via the free Bandcamp app, plus high-quality download in MP3, FLAC and more.
    Purchasable with gift card

      €7 EUR  or more

     

1.
[strumentale]
2.
Puer Apuliae 04:29
Costanza d’Altavilla: Mi dolgo del parto in pubbliche vesti Che ‘l cielo e anche gli astri Han stretto al mio ventre. Fu candido il manto Che desta stupore Non frode o magia Ma è solo l’amore Di me donna pia Una volta regina Di donar a terra mia Un imperatore. Storico: La novella di aver in grembo Fedrigo suscitò molto scherno calunnia e disdegno Così saggia Costanza volle dare a Palermo una prova sicura del suo tardo pregno. La sposa del vento soave ora giace in Marche la notte del dì di Natale Fu arrestata dai venti Del fato contrario Che fermarono il passo Nella piccola Jesi. "Quando venne il momento del parto la sovrana arrestò il suo seguito nelle nella città di Jesi, nelle Marche. La notte seguente il Santo Natale 1194 fece tendere un padiglione, e in pubblico partorì un figlio di nome Federico." (Costanza più coro) E tutte le donne accorsero al parto La notte seguente del Santo Natale E la grotta di seta nel dì di dicembre vide nascere un Re nella nuova Betlemme. La luce splendente della madre Costanza fu spenta dai venti del fato contrario E del figlio sovrano non fece le veci già generato nella piccola Jesi.
3.
Laddove il vento tende il broccato Da avi regali apprende il suo fato Lì tra i mosaici e le ampie vetrate meticce d'Arabia e le stirpi trinacrie. Del giovan Fedrigo virtute cantate Lontano da Roma e da sveva matrigna, crescevi a Palermo, lucente e benigna e ad ogni ciclo rovente del sole contavi i tramonti e pregavi il Signore col fulgido piglio dell'imperatore. Di voci normanne e siculi carmi Son piene le aziqqa, gli antri ed i darbi Fuggivi da codici e precettori Da lame e cavalli e devoti pastori Già alti e maestosi si librano i falchi Le cotte di maglia e gli elmi dei fanti i drappi e i sajjada, le tuniche e i guanti Le selle, le spezie e i profumi d'oriente Le stive ricolme di merci e di gente Mercanti, crociati, puttane ed infanti Chi cerca denari, chi dita dei santi Si mischiano madide greggi di genti Affollano i banchi come in ceste le serpi Per chi qui s’imbarca, si elevano canti In sella al tuo Drago arresti la corsa sul poggio più alto gl’allenti la morsa col letto il Kemonia separa la Zisa un tempo tua culla ora trono e corona fanciullo sovrano già il fato ti sprona
4.
Imperatore 07:26
Lo sguardo si rialza, Palermo è liberata. Tu giovane Fedrigo riprendi la tua strada. Di fame e bassifondi fai gemme di corona, del popolo negletto fai lingua del dialetto. Il popolo di Roma festante al mio passaggio perfino il pio pontefice s’inchina a fare omaggio Da Onorio insegne, incenso e divina protezione Di Sicilia e di Germania ora son io l’Imperatore Che c’è nei tuoi occhi che arde più del fuoco, splendente curiosità che muove il tuo passo. I secoli attraversano l’imperio del tuo regno Tu, Sovrano illuminato dalle grazie del creato. Al desco siede il medico, l’astronomo ed il musico, compagni nel tuo governare un mondo da cambiare. Filosofie e dottrine a tua corte sono accette di diversa religione equilibrio e comunione. Qualcuno grida ‘eretico’, Gregorio invoca il sangue, Gerusalemme Santa non è ancora liberata. Non c’è nel tuo fato sommessa fedeltà, accettazione unica d'eterna verità. I secoli attraversano l’imperio del tuo regno Tu, Sovrano illuminato dalle grazie del creato. A corte matematici, poeti, santi e mistici, mosaico di culture nuove, ingegno e innovazione. La cura dello Stato con retorica e diritto, lo studio delle arti stabilisci per editto. Partenope materna accoglie la tua scuola indipendente e libera dal Verbo e dalla tiara. C'è nella tua mente il progetto di tuo padre L'amore di Costanza e il sogno d'un Re. C’è nelle tue mani un futuro da plasmare, di spada e di parole, di vissute libertà. I secoli attraversano l’imperio del tuo regno Tu, Sovrano illuminato dalle grazie del creato. Di guerra e di diplomazia fai arte fine strategia schierati con gli arcieri ci son fanti e cavalieri. Castelli eretti in quantità il tuo lascito all’umanità e segue stupefatto il Mondo la scia del tuo passare.
5.
Lujarà 08:09
Minareti, sciabole, lingue arabe, in catene solide, mani ruvide son scampate alla spada sveva confinate in terra straniera Astri, forme ed alchimie, danze, melodie cube, veli e cupole, archi e simmetrie ruban gli occhi, tolgono il fiato chi li ammira resta ammaliato Prima savi rispettati ora servi disprezzati dalla Trinacria c’hanno esiliati nel tuo giardino c’hai relegati Terra brulla e umida è qui che sorgerà Alte mura e torri avrà la nostra Lujarà Ci hanno sconfitti, ma preghiamo Allah in Libertà, libertà Verso la Mecca noi ci inginocchiam da Lujarà, Lujarà Il tuo potere fieri rispettiam Alqayíd, Alqayíd Senza una patria ma ora siam città a Lujarà, Lujarà Spade e lance affilerà la nostra Lujarà L’immortale Tidide, greca ti creò, chiare lane, pascoli, dauno lascito, sui tuoi colli selci e ossidiane sacro il bosco che ti appartiene Pietra e marmi splendidi, Roma ti donò, a Minerva voto di fede e servitù bianco tasio e verde caristio estraemmo via dal suo tempio Prima schiavi saraceni ora a corte non stranieri creste merlate doman le valli svettan bastioni e mori cavalli Mezzelune d’oro notte e giorno brilleran Sempre più risplenderà la nostra Lujarà A te, Fedrigo tutti noi giuriam fedeltà, fedeltà La tua fortezza insieme costruiam a Lujarà, Lujarà Son trentamila gli archi che contiam E marciam e marciam A sua difesa pronti ci schieriam da Lujarà Lujarà Ci hanno sconfitti, ma preghiamo Allah Verso la Mecca noi ci inginocchiam Al tuo potere fieri ci pieghiam Senza una patria ma ora siam città A te, Fedrigo tutti noi giuriam La tua fortezza insieme costruiam Son trentamila gli archi che contiam A tua difesa pronti ci schieriam Lujarà, Lujarà Lujarà, Lujarà
6.
Scomunica I 03:18
Venti mutevoli gonfian le vele alla nave di Santa Romana. Quattro tempeste ne squarcian lo scafo sospinte dal fiato di chi arder fa i rovi Perfidi ed empi pagani, la rabbia rapace dei tiranni. Serpi eretiche attentan la fede, più di loro, chi in suo grembo siede. Non fu Costanza ma Chiesa tua madre a educarti a difendere i Santi. Dignità regia e onore imperiale imparasti il decoro in anni di spese. Tu verga di nostra difesa robusto bastone di vecchiaia Offristi a chi porse uno sguardo d’amore punte aguzze di ricca corona. Giurasti alla Croce d’andare per mare con l’armi a Gerusalemme. Salpasti da Brindisi in vile ritardo ma ad Otranto facesti porto E affinché non sembriamo dei cani sommessi e incapaci di latrare malvolentieri ma in nome del Padre estinguiamo la tua candela Te Deum laudamus Te Dominum confitemur.
7.
Forte la meraviglia per i molti benefici anziché la grazia saetta l’ingiuria Dai padri già onorati sgorga l’odio e con la fede si fredda la carità dai rami alle radici Chi lega e scioglie in terra soffia il male verso di noi Se non fossimo devoti a scriver sarebbe la spada Cullaste il pupillo aprendone il regno agli invasori Sol grazie all’Altissimo e divina provvidenza abbattemmo Ottone il superbo E quando Aquisgrana lo scettro ci porse la croce legammo alle spalle Con animo puro ci votammo alla causa della terra di nostro Signore Il tuo sguardo no, buon pastore non si posa, no, sul nostro regno, non ai mastri d’ascia che scavano ed intagliano per te Scava Taglia e pialla Pialla Leviga e lima - Dio lo desidera Tira (Issa!) tendi le vele Tendi (Issale!) e come Pietro prega - Signore, salvaci! Questo sforzo no, non sia vano once ed once d’or, armi, armature, mille cavalieri che marciano e combattono per Dio Tempra affila la lama Ferma il braccio alla picca - No, non vacillerà Marcia anche se infermo Marcia la guerra attende - Dio la desidera! Dunque vi esortiam passeremo tra le terre il mar, al caldo di maggio Questa nostra causa, ve ne prego, sposatela anche Voi! Resti sordo e no, non ascolti messi e carte ormai, sommo Gregorio, più non confidiamo che ci renda tu il conforto del Signor Con mano potente e braccio levato, seppur della luce privati tra le onde danziamo da scomunicati per la culla del Cristo partiamo!
8.
L’uomo d’arme, il cavalier, lo scudier si debbono temere anche l’arcier Ogni mano ed ogni pie’ ogni uomo vesta il ferro per il re L’uomo d’arme, il cavalier, lo scudier si debbono temere Del sepolcro e del cenacolo (sì) Con la spada e per miracolo (no) Di Gerusalemme ormai sono il re Non per grazia di Dio! Sulla soglia come un ospite (sì) Ora sono il nuovo Davide (no) Con il capo cinto come il re dei giudei Ma tu il Cristo non sei! Eppure non ho versato Neanche il sangue d’un mio servo Mentre Roma manda in guerra i figli suoi Come fosse una crociata per mondare via quel male l’anticristo, quel demonio che son io A Il tempo è giunto ormai che ti si insegni che le maestose volte che governi non son su questa terra che calpesti A farlo sarò io, l’imperatore dalla presunta morte ora risorto coi miei crucisegnati a offrir battaglia Nei cor t’incuneasti con l’inganno di chi per poco pianse la mia morte ma eccomi son qui a dire che han torto E chi levò lo scudo per far festa con chiavi come Pietro a far vessillo al seguito ti metti con protervia Chiamasti all’arme per la tua crociata la gente ch’è di Cristo e ti rispose soltanto chi gli svevi non ha a cuore Ma sta a vedere adesso che succede, le sciabole cristiane e saracene che da Barletta sempre a me fedele ti porteran - combatteran la riconquista

credits

released June 23, 2023

In quest’album, i PROMETHEO sono:
Alessandro Memmi: chitarre, bouzouki, mandolino, cori
Alessandro Rana: batteria, cori
Andrea Siano: pianoforte, organo, sintetizzatori, cori, parlato in “Puer Apuliae”
Andrea Tarquilio: voce
Ashley Symons: flauto traverso, ottavino, cori
Francesco Schiavone: basso, cori, synth aggiuntivo in “Lujarà”

Con la partecipazione di:
Faraualla: voci in “Puer Apuliae”
Shahd Awayed: oud in “Lujarà”
Alessio Roma, Michele Antonacci: cori

Illustrazione di copertina di Madia Cavone con elaborazione grafica di Andrea Tarquilio. Registrazione, mix e master di Alessandro Memmi.

license

all rights reserved

tags

about

PROMETHEO Bari, Italy

Gruppo progressive rock da Bari, IT.

contact / help

Contact PROMETHEO

Streaming and
Download help

Report this album or account

If you like PROMETHEO, you may also like: